«UN MELO»
I. TURGENEV, Terra vergine
1.
Neždanov andò alla finestra e guardò il giardino…Un melo vecchio e stravecchio chissà perché attirò in modo particolare la sua attenzione.
Marianna: Lasciate che vi aiuti, Tat’jana. Datemi almeno la tovaglietta.
Tat’jana: Nient’affatto, signorina, noi siamo avezzi, sa!
2.
Marianna: Tat’jana, per favore, non chiamatemi signorina… sono vestita da signorina, ma comunque… sono completamente…
Tat’jana: E cosa sareste voi?
3.
Marianna: Se si vuole, a dir il vero… appartengo alla nobiltà, solo che voglio disfarmi di tutto questo e diventare come tutte… come tutte le donne semplici.
Tat’jana: Ah, ecco, adesso ho capito! Siete una di quelle che vogliono semplificarsi, ce n’è parecchie ora.
4.
Marianna: Come avete detto, Tat’jana? Semplificarsi?
Tat’jana: Sì… adesso da noi è saltata fuori ’sta parola qui. Per la gente del popolo significa vivere d’amore e d’accordo. Semplificarsi. Che dire? È una cosa buona far ragionare il popolo, solo che è
difficile!
5.
Marianna: Semplificarsi! Hai sentito Alëša, io e te ora ci siamo semplificati!
Neždavon: Semplificarsi! Semplificati!
Tat’jana: E lui chi è, vostro marito o un fratello?
6.
Marianna: No, non è né mio marito, né mio fratello.
Tat’jana: Dunque vivete così, per grazia di libertà? Adesso anche questo accade spesso.
7.
Marianna: Che bella espressione la vostra, Tat’jana!… “Per grazia di libertà”… mi piace molto. Ecco quello di cui vi prego, Tat’jana. Ho bisogno di comprare un vestito o di farmelo fare, uno come il vostro, o anche più semplice… Non lo berreste un po’ di tè con noi, Tat’jana Osipovna?
Tat’jana: Siccome è il nostro primo incontro, Marianna Vikent’evna, una tazzina me la concedo, ma una sola.
8.
Marianna: Vedete, Tat’jana Osipovna, voi pensate che noi vogliamo istruire il popolo; no, noi vogliamo servirlo.
E che significa servirlo? Istruitelo, questo è un servizio.
9.
Marianna: Io, Tat’jana Osipovna, avrei voluto imparare qualche mestiere… ne riparleremo. Cucio male, ma se imparassi a cucinare, potrei andare a far la cuoca.
Tat’jana: Come sarebbe, cuoca? Le cuoche ce l’hanno i ricchi, i mercanti; i poveri cucinano da soli. Cucinare in fabbrica, per gli operai… Ma comunque
non è certo questa la cosa più importante!
10.
Marianna: A me può anche andar bene di vivere da un ricco, a patto però di starmene tra i poveri. Altrimenti come faccio ad avere contatti con loro? Non succede mica sempre come con voi.
11.
Tat’jana: È una cosa complicata, non la si fa in quattr’e quattr’otto. Quel che so fare ve lo mostrerò, ma tante cose non son capace di farle neanch’io. E ancora una cosa, Marianna Vikent’evna: scusatemi, ma se desiderate semplificarvi, queste ormai le dovete abbandonare perché in quegli ambienti là – una cuoca ad esempio – non si può mica: così uno lo capisce subito che siete una signorina! Eh sì!
Marianna: Non fumerò più… è facile smettere. Le donne semplici non fumano, dunque neanch’io devo.