«CHE LAVORO? PENSO»

F. DOSTOEVSKIJ, Delitto e castigo

1.
Egli s’era completamente appartato da tutti, come una tartaruga nel suo guscio. Già da due settimane la sua padrona di casa aveva cessato di mandargli il vitto, ed egli non aveva finora pensato a scendere per spiegarsi con lei, sebbene ancora non avesse mangiato. Era oppresso dalla miseria, ma perfino le strettezze avevano negli ultimi tempi cessato di pesargli.
Nastas´ja: Alzati, perché dormi? Sono le dieci. T’ho portato il tè; lo vuoi il tè? Vai in giro vuoto?
Raskòl´nikov: È la padrona che manda il tè?

2.
Nastas´ja: Ma che padrona!
Raskòl´nikov: Ecco, Nastas´ja, prendi per favore, scendi giù a comprarmi una pagnotta. Poi prendi nella salumeria magari un po’ di salame, di quello meno caro.

3.
Nastas´ja: Praskov´ja Pàvlovna vuol lagnarsi di te alla polizia.

4.
Raskòl´nikov: Alla polizia? Che vuole?
Nastas´ja: Non paghi e dalla camera non te ne vai. Si sa quel che vuole.

5.
Raskòl´nikov: Eh, proprio questa ci mancava, no, questo per me adesso… non giunge a proposito… È una stupida. Oggi andrò da lei, le parlerò.
Nastas´ja: Per stupida, è stupida quanto me, ma tu, intelligentone, perché stai coricato come un sacco e non ti dài d’attorno? Prima dicevi che andavi a dar lezioni ai bambini, ma adesso perché non fai nulla?

6.
Raskòl´nikov: Io faccio…
Nastas´ja: Cosa fai?

7.
Raskòl´nikov: Un lavoro…
Nastas´ja: Che lavoro?

8.
Raskòl´nikov: Penso.

9.
Nastas´ja: E di denari ne hai messi assieme molti col tuo pensare?
Raskòl´nikov: Senza scarpe non si può dar lezioni. E poi è roba da sputarci su.

10.
Nastas´ja: Ma tu nel piatto non ci dovresti sputare.
Raskòl´nikov: Le lezioni ai bambini le pagano poco. Che si fa con delle copechi?

11.
Nastas´ja: E tu vorresti subito tutto un capitale?
Raskòl´nikov: Sì, tutto un capitale.